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Month: May 2011

WordPress update + reCAPTCHA

WordPress update + reCAPTCHA

Ormai da anni il mio blog è protetto, per quanto riguarda i commenti, da Akismet.

Ultimamente ho però notato una nuova forma di spamming, decine utenti registrati da bot in automatico. Probabilmente nella speranza che l’antispam non fosse attivo sui commenti dei registrati. Ovviamente è attivo anche su questi ultimi, ma trovavo comunque molto fastidioso il dover cancellare 10/20 utenti a settimana.

Per questo, ho attivato reCAPTCHA su tutte le registrazioni. Per ora non serve anche sui commenti.

Per finire, update di tutti i plugin e del core.

Giorgio

STS-134: Buon viaggio Endeavour!

STS-134: Buon viaggio Endeavour!

Alle 8.56 EDT di oggi (Lunedì 16 Maggio 2011), circa le 15.00 in Italia, è avvenuto l’ultimo lancio dello Shuttle Endeavour (dopo lo SCRUB di due settimane fa). Questa missione, STS-134, è la penultima missione dello Shuttle Transportation System (STS).

Fortunatamente sono riuscito a seguirlo in diretta (HD!) su NasaTV. Per chi se lo fosse perso, qui è disponibile il video del lancio. La missione dovrebbe durare 16 giorni, e l’attracco alla ISS avverrà Mercoledì.

Inutile che vi faccia io una cronaca attimo per attimo della missione. Sarà tutto pubblicato a questo indirizzo, praticamente in real-time.

Curiosi gli avvenimenti degli ultimi voli del progetto Space Shuttle. L’Atlantis, che sarà ultimo Shuttle a volare, è stato anche il primo a compiere il suo ultimo volo. E’ stato infatti salutato alla fine della missione STS-132, ma poi è stata pianificata la STS-135 (che dovrebbe essere l’ultima). Gli astronauti della STS-134, hanno indossato per l’ultima volta le loro tute e compiuto per l’ultima volta il tragitto verso il Launch Pad 39A ben due volte, a causa dell’annullamento del primo tentativo di lancio per problemi di alimentazione di alcuni sistemi.

Vi lascio con questa splendida immagine della “Firing Room 4” del centro di controllo lancio.

Che altro dire? Buon viaggio Endeavour!

SCRUB: L’Endeavour (STS-134) rimane a terra

SCRUB: L’Endeavour (STS-134) rimane a terra

Volevo seguire il lancio della missione STS-134 in diretta, ed ero pronto, lo scorso Venerdì, con NasaTV aperta in una scheda e la pagina Twitter del KSC (NASA Kennedy Space Center) in un’altra. Ci tenevo, perchè la STS-134 è la penultima missione dello Space Transportation System, e l’ultima missione dello Shuttle Endeavour.

Ad un certo punto, con non indifferente sorpresa, mi sono capitati sott’occhio questi due tweet:

In poche parole, lancio annullato. Lo Shuttle Endeavour sarebbe rimasto a terra per problemi tecnici. Nei tweet successivi hanno parlato di un guasto al riscaldamento di una linea per il combustibile diretto ad una delle Auxiliary Power Unit.

E’ stato abbastanza triste e deludente, perchè era già partito il conto alla rovescia (3 ore) e gli astronauti avevano già indossato le ACES (altrimenti definite “pigiamini arancioni”) ed erano già in viaggio nel CTV (è incredibile come ogni oggetto in NASA sia definito con una sigla) diretti al Launch Pad 39A.

Il lancio è stato inizialmente rimandato a Lunedì 2 Maggio, poi è stato spiegato che non sarebbe stato possibile fino all’8 Maggio e nelle ultime ore hanno avvisato che lo Shuttle non potrà essere spedito in orbita prima del 10 Maggio.

E’ stato successivamente spiegato che si è resa necessaria la sostituzione dell’APU Heater Power Box (scatoletta di alimentazione del riscaldamento dell’APU). Nella conferenza più recente parlano di sostituzione di un certo ALCA-2 (aft load control assembly-2). Il componente è stato rimosso oggi e sarà nelle prossime ore rimpiazzato. Comunque non voglio dilungarmi, non era mia intenzione fare una telecronaca dell’accaduto. Volevo solo far notare questa foto:

Due tecnici, probabilmente tra i più qualificati al mondo, incastrati in un compartimento di servizio dello Space Shuttle, a frugare tra cavi e tubi, per sostituire qualcosa che alla fine sarà una resistenzina da 2 euro o un diodo da 50 centesimi o qualcosa così.

Class-action contro Aruba: la pazzia continua.

Class-action contro Aruba: la pazzia continua.

Solo un veloce aggiornamento sulla vicenda (di cui ho parlato dettagliatamente qui). L’idea di Class-Action contro Aruba da parte del Codacons ha riscosso molto meno successo di quanto pensassi. Immaginavo centinaia di commenti in pochi giorni sul blog dell’Avv. Rienzi (sul quale è stato formalmente richiesto dal Codacons di rilasciare una pre-adesione), invece dopo 5 giorni questi sono appena una sessantina, di cui almeno la metà sono contro l’azione di gruppo nei confronti del colosso dell’hosting o di persone che come me tentano di spiegare, a tempo perso, la situazione.

Così tanto FLOP che da ieri ho iniziato a taggare i miei tweet riguardo la vicenda con il tag #FLOP oltre che #Aruba e #Codacons.

Segnalo l’articolo di Antonio Angelino, che riprende in parte i miei punti del precedente post ed estende il discorso. Per chi fosse interessato ad approfondire un minimo il discorso tecnico o a leggere pareri di professionisti come me, segnalo questo thread su HostingTalk.it.

Sto anche continuando a leggere (e a rispondere) divertito ai commenti dei vari utenti che si lamentano delle perdite milionarie subite a causa del down di 12 ore si un hosting lowcost da 30 € annuali che non offre garanzie da contratto. Inutile commentarli o rispondere a uno a uno, ma nell’insieme emergono alcuni punti interessanti. Non intendo trattarli nel dettaglio (anche perchè un professionista del settore o presunto tale -questo dovrebbe essere il mio target, considerato che non so scrivere in modo umano- dovrebbe capire senza troppe spiegazioni), ma solo elencarli:

  • Nessuno dei clienti che intendono proseguire nell’azione contro Aruba ha letto il contratto prima di sottoscriverlo. Appare ovvio, perchè al suo interno è esplicitamente contemplata la possibilità di danni per incendio e l’impossibilità di offrire rimborsi ai clienti. Più in generale non ci si rende conto che al momento della firma di un contratto per un servizio lowcost, la sostanza dell’accordo tra Provider e Cliente è “Ok Cliente, io ti do un servizio che costa la metà, ma sappi che per abbassare il prezzo devo togliere garanzie, va bene?”.
  • C’è una scarsissima conoscenza del mercato. Anche una nocciolina (fatta eccezione per qualche mia amica l’arachide è la cosa più stupida che conosca), vedendo che esistono pacchetti di hosting da 10 €, da 40 €, da 250 € e da 1500, tenterebbe di informarsi e di capirne le differenze, arrivando così in ben poco tempo a parlare di uptime, garanzie, penali etc.
  • C’è anche una conoscenza tecnica pari a zero. E’ comprensibile ovviamente, ma quello che non è comprensibile è la pari presunzione di esprimere pareri a riguardo. Ci sono persone che parlano di “server di emergenza” senza sapere minimamente cosa significhino la parola failover o la parola sincronizzazione, altri che parlando di “misure di emergenza” che Aruba AVREBBE DOVUTO mettere in atto senza riuscire minimamente a spiegare di cosa si stia parlando.
  • Si nota anche un certo livello di illogicità: c’è chi fatica a capire che anche se ha acquistato 20 pacchetti da 40 €, questi rimangono 20 pacchetti lowcost, o chi tira fuori la solita storia del mancato pagamento del rinnovo causa imprevisto dell’ultimo momento (si, esatto, quello li, quello che ti impedisce di pagare al sessantesimo giorno il dominio, senza che si capisca bene cosa hai fatto per i 59 giorni precedenti).
  • AGGIUNTA: Me l’ero dimenticata ma è di importanza fondamentale. Certi utenti hanno un’idea di “pagamento rateale” abbastanza alterata. Il ragionamento, in sostanza è: “sono dieci anni che pago 30 euro, quindi dovrebbero aggiungere ridondanza”. Bene, svelerò un segreto: no, non funziona così. Pagare 30 euro annuali per 10 anni non obbliga l’azienda ad offrire un servizio da 300 euro annuali.

E molto, molto altro. #FLOP

Giorgio

PS: Non so quale sia la fonte dell’immagine di Aruba in fiamme. Io l’ho presa QUI.