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Truffati da BT Italia / Eni / Enel / TeleTu

Truffati da BT Italia / Eni / Enel / TeleTu

Negli ultimi tempi ho preso parte a diverse discussioni in merito e quello che ne è emerso, almeno ai miei occhi, è che sono ben poche le persone a sapere davvero come funzioni questo giro. Proverò io a fare un pò di chiarezza, perchè niente è come credete. Continuate a leggere e capirete.

Parliamo ovviamente di venditori porta a porta e di vendite telefoniche. Parliamo di quei ragazzoni incravattati (e sui colori osceni delle cravatte ci sarebbe da scrivere un articolo a parte, ma lascerò fare a Chiara Ferragni) che vi si presentano al citofono, in ufficio o in negozio con un nuovo vantaggiosissimo contratto integrato di telefonia BT Italia o una nuova fighissima offerta Luce + Gas Eni/Enel, e di quelli che vi telefonano la sera alle 20 mentre siete a cena proponendo di abbandonare Telecom Italia in favore di una rivoluzionaria TeleTu.

La dinamica, a leggere sui forum delle associazioni dei consumatori, è sempre la stessa: il contratto proposto sembra effettivamente vantaggioso, così vantaggioso che lo si firma al volo. Le risposte del commerciale alle domande fatte sono sempre molto rassicuranti. Alla prima fattura, poi, viene alla luce un intero mondo che non era stato descritto dall’agente-truffatore: tariffe “nascoste” di ogni tipo. E sono sempre le stesse anche quelle. Ne riassumo qualcuna:

  • Penali di recesso dal vecchio fornitore. L’agente rassicura: “non ci sono!” o “le deve pagare il nuovo fornitore!”. No, non è così. A parte rarissime eccezioni, in cui comunque questo viene specificato nell’offerta, il nuovo fornitore non si farà carico del pagamento delle vostre penali (che sono, appunto, vostre). Se state recedendo da un contratto firmato da meno di 24/36 mesi, verificate la presenza di penali prima di firmare qualunque tipo di nuova proposta.
  • La famosa Tassa di Concessione Governativa (TCG) per il noleggio di cellulari. Gli agenti spesso se la “dimenticano”. Ricordatevi: è una tassa, quindi c’è sempre. Se state noleggiando un cellulare, c’è, punto. Quello che l’operatore può fare è “scontarla”, ovvero detrarre dal canone mensile un importo pari a quello della tassa da pagare. Tutto questo deve essere specificato nell’offerta, quindi controllate. In una telefonata al 195 di BT Italia, era stato un onesto operatore a dirmi “stia attento alla TCG perchè gli agenti spesso se la dimenticano”.
  • Costi di attivazione o di inizio fornitura. Anche qui, la memoria degli agenti commerciali fa brutti scherzi. Raramente se ne ricordano. E quando se ne ricordano è perchè si sono già dimenticati troppe altre cose e stanno sfiorando la soglia del penale.
  • Canoni scontati, ma solo al raggiungimento di particolari soglie: gli agenti smemorati si dimenticano sempre di dire che per accedere al determinato sconto bisogna spendere determinate cifre in altre voci in fattura. Per esempio: un telefono da scrivania strafigo con rubrica e segreteria integrate, il cui noleggio è gratuito solo se effettuate (e quindi pagate) almeno 24 ore di telefonate nel ciclo di fatturazione. Verificate sempre, non fidatevi mai di questi agenti.

Questi sono solo pochi esempi: i trucchetti usati sono molti, molti altri. Per farvi una cultura, vi rimando per esempio a questo e questo video della bravissima Nadia Toffa de “Le Iene”. Il suo collega Giulio Golia ha invece documentato il risveglio di queste persone, e ha spiegato come inizia la loro giornata, qui. Guardatelo, vi farà piegare: sono ridicoli.

L’unica cosa che posso fare è raccomandarvi la massima attenzione. Difficilmente infatti sarà possibile provare alle autorità o al fornitore il raggiro. Per quanto riguarda quello che l’agente vi ha detto a voce, sarà sempre la sua parola contro la vostra, e lui lo sa. Leggete tutto, e ricordatevi che ad avere valore è solo quello che firmate. Non fidatevi MAI di quello che dicono a voce. Se dicono qualcosa, chiedete di indicarvi il punto nel contratto o nell’offerta in cui è scritta quella cosa. A volte capita che non vi mostrino l’offerta commerciale (che ha valore legale, alla pari del contratto) nel suo completo (vi lasceranno copia solo di alcune pagine, nascondendo quelle a loro scomode). Anche qui, è la vostra parola contro la sua (potrebbe per esempio dire che siete stati voi a perdere le pagine mancanti). Statene pur certi, prima di registrare e inviare il contratto al fornitore, ha aggiunto le parti mancanti. Sorvoliamo poi completamente sui collage che sono stati capaci di fare in passato per le attivazioni telefoniche, dove il “si” di risposta alla domanda “è lei che si occupa della telefonia in questa casa?” veniva tagliato e incollato dopo “conferma di voler attivare il nuovo contratto di fornitura con XXX?”.

Quello che volevo fare con questo articolo, era chiarire un attimo la situazione a quelli che negli ultimi mesi hanno aperto topic del tipo “Truffato da BT Italia” o “Contratto truffa Eni Gas e Luce” o, ancora: “Raggirato da TeleTu”. Perchè c’è un errore. Un errore di fondo. No signori. Non è TeleTu che vi ha truffato. Non è stata Enel e nemmeno BT Italia.

A truffarvi, sono state società terze, agenzie che non fanno altro che comprare dei “pacchetti” dai sopracitati fornitori, a cifre scontate, e rivenderli traendone guadagno, o che prendono determinate percentuali sui contratti che fanno firmare.

Questi venditori raramente si identificano per quello che sono. Si presenteranno come “XXX di Enel”, nascondendo completamente l’appartenenza ad una agenzia terza. Perchè si comportino così, non lo so. Lo stesso succede al telefono: “Salve, sono Marco di TeleTu”. Nossignore. Marco di TeleTu un paio di palle.

Come riconoscerli? Beh, è semplice:

  • Sono quasi sempre totalmente inqualificati. Sono venditori, ma non sanno quello che stanno vendendo. L’ho visto di persona. Ho avuto davanti un “Commerciale BT Italia” (che ovviamente non lavorava direttamente per BT Italia) che, dopo essersi presentato come “ex tecnico, formatosi sul campo”, ha dimostrato di non sapere la differenza tra una linea analogica ed una ISDN. Si, ex tecnico, come no. Si presentano come consulenti, capaci di studiare soluzioni ottimali per voi. No. Il 90% di loro ha il quoziente intellettivo di un lavandino. Non sanno cosa stanno vendendo. Devono venderlo. punto. Venderebbero con lo stesso metodo un contratto di telefonia, un contratto per l’energia elettrica e un contratto per la fornitura di prestazioni sessuali.
  • Fanno di tutto per tenervi lontani dai canali ufficiali della società di cui stanno rivendendo un prodotto. Non ci credete? La prossima volta che vi chiamano da “TeleTu”, provate a dire “okay, ci penso un attimo e richiamo domani al numero che trovo su teletu.it”. Faranno di tutto per fissare un orario in cui richiamarvi e per tenervi lontani da quel numero. Provate a dire al prossimo agente BT che si presenta alla vostra porta “mi lasci l’offerta, nel caso telefono io al numero verde”. No, mai. Tranquilli. Ripassa lui domani.
  • Vi proporranno sicuramente una determinata offerta il giorno prima della scadenza della stessa. Che sfortuna, eh? Quelle offerte durano mesi e mesi e non capita mai che si presentino chessò, quando alla scadenza ne mancano 5. Sempre il giorno prima. Saranno davvero molto indaffarati.

Li avete smascherati? Bene. A questo punto tenteranno di convincervi che non è possibile avere quell’offerta tramite i canali ufficiali. Può venderla solo quell’agenzia. Questo non è praticamente mai vero: l’offerta che vi stanno proponendo potete averla anche tramite i canali diretti dell’azienda da cui state comprando in modo indiretto.

Interessante notare l’attitudine nei confronti delle agenzie di vendita, da parte delle aziende che forniscono i servizi che questi rivendono: Enel, mi riferiscono, ha addirittura un modulo prestampato per richiedere l’annullamento di una richiesta di attivazione effettuata tramite una agenzia, in cui va inserito il codice dell’agente. Altri tendono invece a distaccarsi (“guardi, per noi il contratto è completo e regolare, per qualunque problema contatti l’agenzia con cui l’ha stipulato”). Comportamento non ottimale, lo so, soprattutto se l’azienda ha sottomano una statistica di clienti di quell’agenzia che contestano esattamente le stesse cose, e quindi sa tutto, e sa che non state raccontando palle. Quello che spero, è che internamente si facciano delle statistiche sulla percentuale di clienti che disconosce un contratto firmato con una determinata agenzia, e che se i numeri diventano importanti, si agisca di conseguenza. Questo è quello che mi aspetterei da una azienda seria che viene in un certo senso essa stessa truffata dai suoi canali di vendita: se così non fosse, avrebbe anche lei un ruolo (diretto o meno) nel raggiro, ne sarebbe responsabile, quantomeno per negligenza.

Sia chiaro, io non intendo salvare nessuno a priori. Questo post non è un’arringa difensiva. Non voglio dirvi che se siete senza linea telefonica dopo aver firmato un contratto con TeleTu, questa non c’entri niente. Ritengo però sia importante, fondamentale, far si che tutti conoscano la differenza tra un commerciale Eni/TeleTu/Enel/BT Italia, che lavora per la società stessa, e un agente venditore che lavora per terzi, così da sapere chi vi ha fatto firmare il contratto, chi vi ha effettivamente truffati. Il primo, probabilmente, sarà un vero e proprio consulente. Il secondo, come già detto poco fa, un venditore. Un venditore e basta, il cui lavoro è vendere, vendere qualunque cosa. Tant’è che, pur lasciando sempre i recapiti e numeri di telefono, dopo la firma del contratto spariscono. E cambiano numero di telefono molto spesso.

Qualche agente serio, va detto, c’è. Sono pochi, molto pochi, ma anche ce ne fosse solo uno su diecimila meriterebbe di essere menzionato in questo articolo. Esistono venditori onesti, che passano le notti a studiarsi i clienti e a studiare soluzioni ottimali per le loro necessità, che riescono a vendere senza utilizzare trucchetti. Per poi magari esser penalizzati dall’agenzia per cui lavorano: niente vacanza premio perchè qualcuno, truffando, ha fatto meglio di loro. Niente batteria di pentole in regalo perchè un loro collega truffando vedove novantenni ha firmato 50 contratti in un mese, uno più di loro.

La conclusione è: fate attenzione. Se possibile, comprate sempre e solo tramite i canali di vendita ufficiali. Le offerte sono le stesse. Parlerete con persone più preparate e tutto avverrà in modo regolare. Non esiste motivo di affidarsi a terzi. Credetemi. Se vi si presenta davanti un agente commerciale di qualche tipo, fatevi lasciare i fogli dell’offerta, leggeteli con calma, e poi invece che richiamare lui contattate direttamente l’azienda da cui state comprando, così probabilmente emergeranno gli aspetti che l’agente vi aveva nascosto.

Fine prima parte. Ringrazio i due agenti pentiti, di due note agenzie (dotate anche di call center), una di Milano e una di Vicenza, che si sono confessati con me e mi hanno permesso di scrivere un articolo le cui affermazioni fossero verificate da entrambi i punti di vista. Sto cercando di contattare almeno altri 2/3 “pentiti”, per mettere insieme una specie di intervista (anonima, se necessario), che metta in luce il loro pensiero e spieghi i loro metodi: se siete disponibili, contattatemi.

State sintonizzati.

SPAM da parte di un parlamentare italiano

SPAM da parte di un parlamentare italiano

Ho deciso di partire in modo diretto, con un titolo spiazzante in pieno stile “G”. Voglio essere chiaro, raccontare i fatti (perchè è di fatti che parlerò) in modo completo, senza lasciare nulla nella nebbia, quindi mi tocca rinunciare all’essere conciso (visto che già scrivo raramente qui, spero me lo perdonerete). Per darvi un quadro completo dell’accaduto, devo prenderla parecchio larga e partire…

…dall’antefatto: il 9 Dicembre scorso, ricevo una mail, una newsletter, dall’indirizzo segreteria@patriziatoia.info. Arriva dal sito http://www.patriziatoia.info/, di una certa Patrizia Toia, “Vicepresidente del gruppo S&D al Parlamento Europeo”, Europarlamentare del Partito Democratico.

Sono un sysadmin, e sono in prima linea contro lo spam ogni giorno per permettere a varie persone di continuare ad usare le loro caselle email senza dover nuotare nella spazzatura. Quando una mail indesiderata passa attraverso i filtri mi innervosisco non poco. Ed ero particolarmente sicuro si trattasse di spam, perchè conservo tutte le conferme di iscrizione alle newsletter, e non ne trovavo nessuna in merito nella mia mailbox.

Non troppi lo sanno, ma oltre all’ottima coppia Spamassassin e Spamcop ci sono anche delle leggi che ci proteggono da tale “piaga” (consiglio queste due pagine di Paolo Attivissimo in merito).

Se fosse stata una mail normale, anonima, simile alle altre, lo confesso, l’avrei cancellata. Ma qui la situazione era diversa, questa mail era stata inviata da un (euro)parlamentare. Decido di rispondere alla newsletter, chiedendo chiarimenti:

Salve,

potrebbe gentilmente indicarmi come sono stato iscritto a questa newsletter, riportandomi nel caso l’indirizzo IP che ha effettuato l’iscrizione per conto mio e confermato la stessa?

Grazie

Cordiali Saluti
Bonfiglio Giorgio

La risposta da parte della segreteria della Toia, 3 giorni dopo, lascia ben poco spazio a (eventuali) dubbi:

Gentile dr. Bonfiglio,

non sono in grado di fornirle queste informazioni, ma se lo richiede posso cancellarla.

Saluti cordiali,

La segreteria

Parafrasando, non avevano la minima idea di quale fosse la provenienza del mio indirizzo nè avevano prove del fatto che io avessi mai dato il consenso a ricevere tali mail. Prove che, sia chiaro a tutti, per chi raccoglie in modo legale indirizzi email, consistono in non più di una riga in un database, che indica l’IP e data della registrazione e dell’avvenuta conferma della stessa; riga che si recupera e invia su richiesta in trenta secondi o poco più. Sono gli stessi dati che richiedono i gestori delle blacklist quando un IP viene segnalato come spam da più persone ma il suo contatto abuse nega l’accaduto.

Ma era natale, avevo poca voglia di litigare e poco tempo da perdere, quindi ho lasciato correre. Non ho richiesto la cancellazione per avere la possibilità di monitorare il flusso di spam nei mesi seguenti. Faccio notare ad un eventuale poco attento lettore che dire “non ho richiesto la cancellazione” è ben diverso da dire “mi sono registrato alla newsletter prestando il mio consenso al trattamento dei miei dati personali”.

E con questo si chiude l’antefatto.

Mi ero completamente dimenticato della vicenda, ma lo scorso 5 Maggio la storia si ripete: newsletter dall’indirizzo news@emanuelefiano.info, sito web http://emanuelefiano.info/, di tale “Emanuele Fiano”, membro (cito testualmente) “della IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI) e del COMITATO PARLAMENTARE PER LA SICUREZZA DELLA REPUBBLICA”, parlamentare, Partito Democratico.

Questa volta si sale di un livello nella scala dello spam, in quanto si propone una iniziativa con relativi link e richiesta di “Parteciperò” su pagina Facebook di un evento (usata in modo scorretto, ma tant’è). E saliamo di un punto anche nella scala degli spammer, in quanto questa volta si tratta di un parlamentare italiano, membro della commissione “poste e telecomunicazioni”, che più di altri dovrebbe conoscere la legge sulla privacy e il significato di parole come “posta indesiderata”.

Mi ha fatto quantomeno sorridere il fatto che la lettera aperta pubblicizzata (no, spammata), firmata oltre che dallo stesso Emanuele Fiano da Michel Dreyfuss e Sara Elter, iniziasse con:

Chi scrive, è cittadino di questa Repubblica, ne osserva le Leggi e ne rispetta la Costituzione.

Insomma. Considerato che quella che stavo leggendo era una sua newsletter non richiesta, inviata in violazione della vigente legge sulla Privacy, avrei preferito leggere una più onesta versione di quella riga, ad esempio:

Chi scrive, è cittadino di questa Repubblica, ne osserva le Leggi (ad esclusione di quella sulla Privacy) e ne rispetta la Costituzione.

Il 6 Maggio, armato di molta pazienza, e forte della precedente esperienza di Massimo Cavazzini di cui avevo letto per caso tempo fa, rispondo alla newsletter ricevuta, mettendo in copia Fiano stesso (fiano_e@camera.it), il Garante, un’altra email indicata nel testo (letteracontromanifestazione@gmail.com) e il contatto tecnico del dominio emanuelefiano.info (pmol@mac.com) per richiedere dove fosse stato preso il mio indirizzo, ed eventualmente, prova del mio consenso dato per ricevere tali email:

Gentile Sig. Emanuele Fiano,

è con molto dispiacere che questa mattina ho accolto la sua mail che trova in calce. Un parlamentare, una persona eletta dal popolo per rappresentarlo di fronte alla legge, dovrebbe conoscere meglio di altri le leggi e normative in vigore. Mi riferisco, nello specifico, a quella sulla privacy, che sancisce l’obbligo di ricevere consenso da parte dell’interessato prima di inviare comunicazioni massive di tipo informativo o commerciale.

Può visionarla qui: http://escher.drt.garanteprivacy.it/garante/document?ID=228228. Ci sono precedenti interessanti di persone e/o aziende multate per tali pratiche (http://www.maxkava.com/spam/spam_intro.htm) sia in italia che all’estero (casi in cui si è arrivati addirittura a sanzioni penali).

Sono quindi con la presente a richiederle, ai sensi dell’articolo 7 del D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 (Testo Unico in materia di protezione dei dati personali):

– Il nome, cognome ed indirizzo del titolare responsabile legale del trattamento;
– Se è in possesso di una mia dichiarazione con la quale vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali (il mio indirizzo di e-mail), resa con le modalità previste dall’art. 13 del D. Lgs. 30/6/2003 n. 196;
– L’origine dei miei dati personali in suo possesso;
– Nel caso i dati fossero stati acquisiti da terzi, se questa terza parte è in possesso (oltre alle liberatorie precedenti) di una mia dichiarazione, resa anch’essa con le modalità sopra citate, con la quale la autorizzo alla diffusione dei dati;

Valga la presente anche come DIFFIDA all’ulteriore trattamento dei miei dati personali in suo possesso, con riserva di ogni azione e ragione anche per il risarcimento dei danni.

Richiedo inoltre l’immediata cancellazione di tali dati secondo quanto previsto dalle lettere b) e c) dell’art. 7 comma 3 del D. Lgs. 30/6/2003 n. 196.

In caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente istanza entro il termine di 7 giorni, il sottoscritto si riserva, ai sensi dell’art. 145 del D. Lgs. 30/6/2003 n. 196, di rivolgersi all’autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali.

Cordiali Saluti
Giorgio Bonfiglio

Mentre raccoglievo dati sul caso, mi sono accorto di una strana somiglianza tra gli headers delle mail della Toia e quelle di Fiano. Nello specifico, nelle mail della prima notavo:

Received: from patrizia by server2.miospazio.net with local (Exim 4.69)

E in quelle del secondo:

Received: from segfiaem by server3.fattispazio.it with local (Exim 4.69)

Gli hostname dei server erano molto simili, e già mi avevano insospettito la struttura dei due indirizzi email e quei due domini “.info”. Anche la veste grafica dei due siti, avevo notato, aveva molti elementi di somiglianza.

Troppi legami, inizio a sospettare del fatto che i due casi di spam non siano poi così tanto separati. Il caso si stava facendo più interessante di quanto avessi inizialmente immaginato.

Non erano in programma, ma decido di fare ulteriori analisi tecniche per approfondire la question. Scopro in pochi minuti che i siti sono ospitati sullo stesso server, con IP 108.61.91.3 e che il contatto tecnico dei due domini è lo stesso: Paolo Molina, ARP scrl, Milano. Anche i nameserver autoritativi sono gli stessi, NS1.FATTISPAZIO.IT ed NS2.FATTISPAZIO.IT.

Strane coincidenze, insomma. Ricevo due mail spazzatura in sei mesi ed entrambe partono da siti creati dalla stessa webagency? A chi lavora nel settore, qualche immediato sospetto viene. Ma decido di continuare, guardando ai fatti, senza fare supposizioni.

C’entra poco con la questione ma avendo sotto gli occhi i dati di registrazione dei due domini mi permetto di far notare un dettaglio al Fiano e alla Toia: il regolamento ICANN (che per chi non lo sapesse è l’autorità che gestisce l’assegnazione dei nomi a dominio) impone che il contatto amministrativo (admin-c) di un determinato dominio sia il reale proprietario/utilizzatore. Più volte è stato chiarito che essendo quello il contatto adibito alla conferma di eventuali trasferimenti, questo non debba essere la webagency / webmaster che gestisce il sito web, bensì il reale “committente” utilizzatore.

Serve ad evitare che chi ha creato un sito per conto di qualcun altro possa appropriarsi del dominio o rendere difficile/impossibile il trasferimento dello stesso in caso di problemi con il cliente, ma serve anche perchè è un diritto di chi guarda da fuori sapere chi gestisce il sito web, di chi è, chi lo ha registrato e chi lo paga.

Ad oggi, 16 Maggio, non ho ricevuto risposta alcuna da parte di Fiano nè da parte del contatto tecnico. I 14 giorni entro i quali la legge impone io debba ricevere risposta alle mie domande scadono questa Domenica, 20 Maggio. Non credo riceverò risposte esaurienti, perchè io so bene a cosa mi iscrivo e per cosa presto il consenso.

Le parti in gioco sono diverse: i due politici, le relative segreterie (che probabilmente si sono occupate di inviare materialmente la newsletter) ed infine chi gestisce i due siti. Due catene da tre elementi, in cui uno è in comune. E sono sicuro che uno dei tre anelli di ogni catena abbia le risposte che cerco (e che, lo ricordo, è mio diritto avere): da dove arriva il mio indirizzo, chi materialmente l’ha messo in quel database, perchè l’ha fatto, su richiesta di chi altro.

Un elemento di ognuna delle due catene gioca sporco, e almeno uno degli altri due anelli pecca di negligenza. Spiego meglio: se, come qualcuno mi ha suggerito, fosse stato un portaborse a gonfiare il database di indirizzi, avremmo una webagency che permette bombardamenti di email dai suoi server ed un politico poco attento. Se fosse stato il politico a gonfiare il database, avremmo una webagency poco attenta agli attacchi spam in uscita. Se invece fosse stata la webagency a riempire il database, avremmo un politico che non si è chiesto come facesse quel database ad essere così pieno di indirizzi.

In ogni caso, salta all’occhio la mancata risposta della webagency alla mia mail; chi fa il mio stesso lavoro sa quanto sia critico gestire in near-realtime le segnalazioni, e rispondere a queste in tempi celeri, per evitare di far innervosire chi sta subendo un disagio o anche il “semplice” blacklisting degli IP coinvolti. Credo di non aver mai ritardato più di 24 ore nella risposta ad una segnalazione ricevuta, e qui sto aspettando da dieci giorni.

Non so chi abbia sbagliato, ma il cerchio è bello stretto, e, come ho dimostrato, le possibili responsabilità sono fortemente legate tra di loro.

Sento quindi la necessità di chiedere alle parti che ho citato chiarimenti, qui, in modo trasparente, davanti a tutti, e che siano presi adeguati provvedimenti contro chi ha sbagliato per evitare il ripetersi di simili spiacevoli e fastidiosi inconvenienti in futuro.

Si tratta di un mio diritto, da esercitare nei confronti di due persone che, a vario titolo, almeno in teoria, rappresentano il popolo italiano di cui io faccio parte e che dovrebbero essere le prime a rispettare le leggi e a farle rispettare ai propri collaboratori.

Giorgio

Censimento Online: una odissea.

Censimento Online: una odissea.

Avendo un pò di tempo a disposizione (cosa già di per sè incredibile), mi sono messo a compilare il Questionario OnLine del Censimento 2011. Si, quello cartaceo l’ho ricevuto, ma a causa di un madornale errore di compilazione avrei dovuto chiederne una nuova copia e ho deciso, per semplicità, di compilarlo online.

Provo ad accedere al sito, inserisco codice fiscale e password e premo il tasto per iniziare la compilazione, ma dopo 60 secondi di caricamento… Un bell’HTTP 503.

A dire il vero, ero già pronto ad una situazione simile. Ieri ho aperto il sito, ho letto due cose e poi ho fatto un controllo veloce (inclinazione professionale): nessuna traccia di load balancer o di sistemi di caching. Era prevedibile quindi che tutto sarebbe stato inutilizzabile durante il picco di richieste, che sarebbe avvenuto, sempre ad occhio, per oggi, giorno del lancio ufficiale.

Insomma, sito lentissimo o down: impossibile compilare il questionario, per ora. Ok, mi rassegno, smetto di riprovare, ci penserò nei prossimi giorni. Ma non è la prima volta che succede una cosa simile (anzi, potrei dire che è successa ogni volta in cui ho avuto bisogno di usare un sito legato alla Pubblica Amministrazione), e sinceramente sono abbastanza stanco di questo.

A memoria:

  • Elezioni 2011: inizia lo scrutinio e il sito su cui vengono pubblicati i risultati inizia a caricare in modo lentissimo, e a tratti cade. Tutto questo aggiunto al ridicolo sistema di “load balancing manuale” studiato per l’occasione (probabilmente per supplire al ridicolo down delle Elezioni 2008).
  • Pubblicazione Commissioni Maturità 2011: sito web inutilizzabile per 24 ore, con continui errori e timeout.

Per dirla in altre parole, siti che, quando servono, sono inutilizzabili. Completamente, inutilizzabili. Con una aggravante: tutti, a maggior ragione chi se ne occupa, sapevano benissimo quando sarebbero serviti.

Noi che lavoriamo in questo settore sappiamo che  una adeguata, perfetta previsione del carico di lavoro è la base per la messa online di una struttura simile.

Noi che lavoriamo in questo settore, sappiamo che le soluzioni per reggere il forte carico di un sistema che probabilmente non necessita neanche di un DB centralizzato, se non per qualche elemento*, non sono poi così complesse.

Noi che lavoriamo in questo settore sappiamo che c’è la possibilità di avere n-mila server e di pagarli solo per il tempo in cui li si è usati. Sappiamo anche che questo ABBATTE i costi, e apre la strada a soluzioni prima impensabili.

Soprattutto, noi che lavoriamo in questo settore sappiamo che un errore in uno qualunque di questi punti vuol dire una sola cosa: contratto stracciato da parte del cliente, eventuali penali da pagare e reputazione praticamente rovinata (ci si vende per “persona che ti da una piattaforma stabile per il tuo grosso sito” e poi cade tutto?).

Alla luce di ciò mi chiedo: non è ora di far saltare qualche appalto per la gestione di strutture informatiche, visto che ci sono in giro sistemisti che non ne sbagliano una da anni e ogni volta ci mettono faccia e reputazione?

* Ovviamente, non so come siano stati studiati i database. Ma, con davanti agli occhi i fogli del questionario, posso dire che non c’è alcuna necessità di salvarli in tempo reale tutti nello stesso database, tutti i server devono poter accedere solo ad una tabella che impedisca la doppia compilazione del questionario. Il resto, può essere separato e riunito solo su necessità.

Farewell, Steve Jobs: 1955 – 2011

Farewell, Steve Jobs: 1955 – 2011

L’ho scoperto stamattina, per caso, ancora prima di leggere le news, aprendo apple.com che ha dedicato l’intera homepage a Steve: il cancro ci ha portato via uno degli uomini che hanno inventato il mondo in cui viviamo, uno dei pochi che con le sue idee ha saputo cambiare veramente le cose.

Fa  impressione vedere come anche i suoi concorrenti si concentrino su di lui in questa giornata e gli dedichino qualche parola, come chiaro riconoscimento delle sue doti e capacità. Io, dal canto mio, proporrei di dedicare il prossimo Mac OSX a Steve: Max OSX Steve.

Il “commencement speech” del 2005 all’università di Stanford, l’ho linkato più volte negli anni, ma mai come ora credo che questo discorso sia importante:

Era il suo testamento. Ma ce ne siamo accorti sei anni dopo.

STS-134: Buon viaggio Endeavour!

STS-134: Buon viaggio Endeavour!

Alle 8.56 EDT di oggi (Lunedì 16 Maggio 2011), circa le 15.00 in Italia, è avvenuto l’ultimo lancio dello Shuttle Endeavour (dopo lo SCRUB di due settimane fa). Questa missione, STS-134, è la penultima missione dello Shuttle Transportation System (STS).

Fortunatamente sono riuscito a seguirlo in diretta (HD!) su NasaTV. Per chi se lo fosse perso, qui è disponibile il video del lancio. La missione dovrebbe durare 16 giorni, e l’attracco alla ISS avverrà Mercoledì.

Inutile che vi faccia io una cronaca attimo per attimo della missione. Sarà tutto pubblicato a questo indirizzo, praticamente in real-time.

Curiosi gli avvenimenti degli ultimi voli del progetto Space Shuttle. L’Atlantis, che sarà ultimo Shuttle a volare, è stato anche il primo a compiere il suo ultimo volo. E’ stato infatti salutato alla fine della missione STS-132, ma poi è stata pianificata la STS-135 (che dovrebbe essere l’ultima). Gli astronauti della STS-134, hanno indossato per l’ultima volta le loro tute e compiuto per l’ultima volta il tragitto verso il Launch Pad 39A ben due volte, a causa dell’annullamento del primo tentativo di lancio per problemi di alimentazione di alcuni sistemi.

Vi lascio con questa splendida immagine della “Firing Room 4” del centro di controllo lancio.

Che altro dire? Buon viaggio Endeavour!