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Gli operatori di telefonia mobile secondo Giorgio

Gli operatori di telefonia mobile secondo Giorgio

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Spesso mi chiedono cosa ne pensi del determinato operatore o quale tra i tanti presenti sul mercato sceglierei. La rete è piena di opinioni, ma il problema di questo argomento è che molti parlano per esperienza indiretta, descrivono esperienze in ambiti geografici (o temporali) troppo ristretti, o fanno comparazioni tra dati raccoli in ere geologiche differenti.

Come avevo accennato qui, per effettuare una comparazione il più uniforme possibile, ho comprato una SIM da ognuno dei quattro operatori italiani e li ho utilizzati, testati, stressati, per più di due mesi. Non ho considerato gli operatori virtuali (MVNO), che devono essere inseriti in una categoria a parte e valutati secondo diversi criteri (tranquilli, me ne sto già occupando).

Ecco i risultati, in breve. In ordine sparso. Anzi, non esattamente sparso: mi è uscito così. Chiedete pure chiarimenti al mio inconscio. Se riuscite a trovarlo.

  • Tre/H3G – Voto: 9. Non è la compagnia telefonica più economica, ma ha piani per tutte le tasche. Il servizio clienti 133 è ottimo, le attese sono brevi e tutto ciò è corredato da una assistenza sui social network veloce (rispondono alle domande quasi prima che le voi facciate) e sempre risolutiva. La qualità delle chiamate è alta, la copertura 3G quasi perfetta: navigando in internet noto velocità e latenze ineguagliate. Tre ha un unico neo: il 3G non c’è ovunque, e dove non c’è si va in roaming GSM su rete Tim. Il costo delle chiamate non cambia, ma la navigazione si paga (salata). Sia chiaro, dove il 3G di Tre non arriva con gli altri operatori non si naviga certo a 42mbps, ma almeno le notifiche WhatsApp si ricevono.
  • Tim – Voto: 8,5. La copertura è notevole. 3G ovunque, e dove non c’è questo, EDGE o GSM/GPRS. Spesso noto picchi nella latenza e comunque velocità di navigazione abbastanza inferiori rispetto agli altri operatori. Ma parliamo di mobile, e nell’utilizzo ordinario la differenza tra 6 e 12mbps si nota solo mentre abbiamo l’app Speedtest davanti agli occhi. Il vero neo è l’assistenza clienti: il 119 è latitante, ed esclusi particolari occasioni è impossibile parlare con un operatore umano. Tim è presente sui Social Network, ma le risposte sono nettamente più lente e imprecise di quelle dei concorrenti Vodafone e Tre. Ed è così che una banale richiesta o dubbio diventa un’odissea.
  • Vodafone – Voto: 9,5. Vodafone ha prezzi leggermente sopra la media, e a differenza di Wind e Tim non ha una estesa copertura dati EDGE. La tecnologia EDGE offre velocità di navigazione superiori al GPRS nelle zone dove arriva il 3G. La rete e la copertura però tendono alla perfezione. Parlavamo di esperienze reali? Bene: essendo Tim e Vodafone a detta di tutti le compagnie con la copertura migliore, le ho affiancate per un mese. Il cellulare Vodafone non è mai stato irraggiungibile, quello Tim due o tre volte (sempre in condizioni estreme in interni). Il team Twitter è velocissimo e organizzato, sempre risolutivo (a me personalmente hanno risolto una colossale problematica di MNP in tempo zero). E poi su, lo sapete tutti che gli operatori Vodafone sono i più simpatici.
  • Wind – Voto: 7. Wind/Infostrada è proprietaria di fibre e infrastrutture, ed ha una rete IP di notevole livello: motivo per cui dal loro reparto telefonia mobile mi sarei aspettato molto di più. Nelle mie 3 settimane “Wind” ho provato esperienze (ve lo garantisco) uniche: ho superato il record dei 10 minuti in coda al call center, mi sono trovato nell’impossibilità di navigare o telefonare con 5/5 tacche di copertura, e sempre sotto massima copertura ho visto chiamate cadere improvvisamente. Mi sono poi sentito dire dal callcenter che per risolvere questi problemi avrei dovuto chiedere la sostituzione della SIM. Di contro, quando si riesce a navigare, la velocità è alta e la latenza decente. Sembra quasi che la rete radio di accesso Wind sia uno specchietto per le allodole che nasconde dietro di sè una rete di backhaul incapace di gestire il traffico in modo adeguato. Questo, sfortunatamente, rende nulla ogni valutazione sulla copertura effettuata considerando la potenza del segnale radio: che senso ha dirvi che sono a campo pieno se poi non posso telefonare alla mamma? Dimenticavo di parlare dei prezzi: quelli sono ottimi e le offerte, spesso, innovative.

Sto chiudendo adesso adesso la porta del bunker nel quale mi sono rinchiuso per salvaguardare la mia incolumità.

Voi, scatenate pure la guerra.

Noverca+ sta per cambiare le cose (forse)

Noverca+ sta per cambiare le cose (forse)

Oggi vi parlo di Noverca: è stato il primo Full MVNO italiano, ed, alla data in cui scrivo, ancora di fatto l’unico (anche se due nuovi player stanno per presentarsi sul mercato). Un Full MVNO, lo ricordo, è un operatore virtuale che ha necessità di appoggiarsi a terzi solo per quanto riguarda la rete di accesso. Lo seguo da tempo perchè la sua offerta mi è sembrata da sempre decisamente innovativa (inizialmente pubblicizzavano una tecnologia chiamata “Hybrid VoIP”, tramite la quale offrivano chiamate internazionali, da cellulare, ai prezzi più bassi nel mercato italiano).

Poco fa sono inciampato in questa nuova applicazione, Noverca+. La descrizione ha attirato la mia attenzione, ma poi ho notato che il contatore dei download era ancora fermo a zero. E la data di pubblicazione era quella di… oggi!

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Qualche minuto passato a cercare (senza successo) informazioni a riguardo su Google e mi sono convinto di aver scoperto in anticipo (quanto anticipo, mi chiedo) un nuovo servizio: l’applicazione per Android, la trovate qui, mentre la pagina che descrive il servizio è qui.

Di cosa si tratta, in breve? Stando alla descrizione, si tratta di un’applicazione sullo stampo delle meglio conosciute Skype/Viber, che offre chiamate gratuite via internet tra gli utenti che l’hanno installata. Con una novità importante: a NovercaPlus è possibile associare un numero di telefono mobile (un numero Noverca comprato per l’occasione o un numero già in vostro possesso che porterete da altro operatore), per ricevere chiamate anche da chi non ha l’applicazione installata. Al momento è possibile utilizzare solo numeri (nativi o portati) associati a SIM fisiche Noverca, ma sembra che per il futuro stiano pensando ad un concetto di “SIM virtuale”.

Le chiamate in uscita vengono tariffate secondo il piano attivo sulla SIM Noverca a cui è associato il numero, ma viene offerta anche un’interessante opzione specifica, per telefonare via WiFi dall’Italia verso Italia, USA e Cina.

Per i più tecnici, niente di nuovo. Tutto ciò noi del settore sapevamo già farlo (sia con numeri di rete fissa che con, ehm, numeri di rete mobile, anche se sarebbe meglio non dirlo in giro), con le necessarie competenze. Per le aziende, Vodafone vende da qualche tempo un servizio simile, Vodafone Rete Unica, ma si tratta di un’offerta parecchio articolata e complessa. Proprio qui sta la differenza di NovercaPlus: questa applicazione dovrebbe rendere tutto ciò alla portata di chiunque.

Quali sarebbero i vantaggi di un simile servizio? Provo ad elencarne qualcuno:

  • Doppio numero (in futuro, perchè solo doppio?) di cellulare su un apparecchio non dual SIM (uno sarà il numero nativo della SIM inserita nel cellulare e l’altro sarà quello dell’applicazione)
  • Possibilità di ricevere chiamate all’estero come foste a casa vostra, senza pagare le (spesso pesanti) tariffe di roaming
  • Risoluzione dei noti problemi di copertura: piano seminterrato? Basta una connessione WiFi, e il vostro cellulare torna a suonare

L’applicazione, l’ho provata, per ora ha ben poco di funzionante. Al primo accesso un disclaimer spiega chiaramente che si tratta di un servizio beta che Noverca sta sperimentando e su cui al momento non offre nessuna garanzia. Ma se venissero mantenute le promesse della pagina descrittiva, si tratterebbe davvero di un servizio nuovo e interessante.

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C’è qualche punto però che mi lascia perplesso:

  • Al momento non è possibile comprare un numero dedicato: devo utilizzare quello della mia SIM Noverca. Come viene gestito l’instradamento delle telefonate? Come sarà gestita in futuro la coesistenza di una SIM fisica e di una applicazione, entrambe basate sullo stesso numero di telefono? Adesso se effettuo il login con l’applicazione, le telefonate non arrivano nè lì nè sulla SIM fisica.
  • L’applicazione per funzionare richiede una connessione WiFi. E se io volessi usare il piano dati 3G del mio operatore, per avere il doppio numero sullo stesso apparecchio ed essere raggiungibile su quello virtuale in qualunque situazione?
  • Siamo abituati a vedere i servizi IP-based come indipendenti dalla location fisica in cui vengono utilizzati. Noverca+, invece, non funziona così: può essere usata solo dall’Italia. Per l’utilizzo dall’estero si pagano delle opzioni, seppur molto economiche.

Come si evolverà? Che sia il primo passo verso la possibilità di utilizzare numeri di telefonia mobile via SIP?

Ho chiesto all’indirizzo di contatto dettagli sulla fase beta, e vi aggiornerò il prima possibile.

Giorgio

Come funziona la portabilità del numero (MNP) in Italia

Come funziona la portabilità del numero (MNP) in Italia

Dall’inizio del 2013, per motivi sia personali che professionali, mi sono ritrovato a gestire parecchie MNP, ovvero pratiche di trasferimento di un numero di telefono mobile da un operatore ad un altro. Conosco bene, sia a livello tecnico che legislativo/burocratico, la normativa italiana a riguardo (nello specifico le delibere  AGCOM 78/08/CIR e 147/11/CIR) e leggendo alcuni articoli e post mi sono reso conto che si tende a fare molta confusione su questo argomento.

C’è chi parla di portabilità da effettuarsi in massimo 24 ore (Corriere, Zeusnews), chi si inventa normative e leggi tra le più improbabili e chi, è il caso di iSpazio qui, fatica anche a digerire il concetto di “ritardo”. Proprio quest’ultimo articolo, pieno zeppo di imprecisioni ed errori, mi ha spinto a perdere una buona mezz’ora di vita per scrivere queste righe.

Proverò a riassumervi come avviene il trasferimento di un numero di telefono da un operatore all’altro, cercando di non perdermi (o meglio, farvi perdere) in inutili tecnicismi. A livello normativo/tecnico per esempio viene fatta distinzione tra l’operatore e chi fisicamente ospita la sua rete: sorvolerò per semplicità su questo e su altre definizioni simili.

Torniamo a noi. Vorrei aprire con questa frase, presa dall’articolo di iSpazio:

Di fatto, dal  31 Marzo 2012 le compagnie telefoniche si sono impegnate ad effettuare la portabilità del numero nell’arco delle 24 ore

Sbagliato. La portabilità del numero in 24 ore in Italia non esiste. E non esiste non per mancanze degli operatori, bensì perchè non è ancora stata regolamentata. In altre parole, nessuno ha mai chiesto agli operatori di essere così veloci. La normativa vigente, infatti, dice tutt’altro. In sintesi, le fasi del processo sono queste:

  • L’operatore recipient, cioè quello verso il quale sarà trasferito il numero di telefono in questione, raccoglie le richieste fino alle 17 del determinato giorno lavorativo e le invia ai rispettivi operatori donating (quelli che dovranno rilasciare le numerazioni) entro le 19.30 di tale giorno. Le richieste effettuate dopo le 17 vengono considerate come fossero state inviate nel giorno lavorativo seguente.
  • Entro le 10 del giorno lavorativo successivo a quello di invio della richiesta, l’operatore cedente (donating) del numero, comunica al ricevente (recipient) l’esito (positivo o negativo) della sua richiesta.
  • Se l’esito è negativo, il recipient provvede a notificarlo al cliente. Se l’esito è invece positivo, provvede a preannunciare l’acquisizione del numero agli altri operatori e al Ministero dello sviluppo economico entro le 19 (dello stesso giorno).
  • Entro la mezzanotte del medesimo giorno lavorativo, l’operatore recipient provvede ad annunciare agli altri operatori le modifiche al proprio database delle MNP (i non tecnici vedano questo passaggio semplicemente come un perfezionamento a livello “tecnico” del punto precedente).
  • Nella fascia oraria che va dalle 6.30 alle 8.30 del giorno lavorativo successivo, tutti gli operatori provvedono all’acquisizione delle modifiche e all’aggiornamento dei propri database. In tale fascia oraria si verificheranno quindi (più o meno in contemporanea) questi eventi: l’operatore cedente disattiverà la vecchia SIM e configurerà la sua rete per consegnare le chiamate dirette verso tale numero al nuovo operatore: quest’ultimo passaggio verrà effettuato anche da tutti gli altri operatori, quelli non coinvolti direttamente nel trasferimento. L’operatore ricevente provvederà all’aggiornamento del suo instradamento ed alla configurazione dei suoi sistemi perchè le chiamate in uscita dalla nuova SIM riportino come ID il numero portato. Il nuovo operatore provvederà infine alla configurazione di tutti i servizi aggiuntivi sul numero portato: segreteria, area clienti etc.

Un esempio pratico. Giorgino, deluso dal servizio clienti di A, suo attuale operatore, decide di passare a B. Il Mercoledì mattina si reca in un punto vendita di B, e conclude alle 10.30 le procedure di richiesta. B, entro le 19 di tale giorno, provvederà ad inviare ad A la richiesta di trasferimento. A dovrà, entro le 10 del giorno lavorativo successivo (Giovedì), confermare a B l’accettazione/rifiuto della richiesta. Giorgino è fortunato, e la sua richiesta viene accettata. Torna quindi in gioco B, che entro le 19 dello stesso Giovedì, dovrà annunciare (agli altri operatori e al Ministero) l’imminente cambiamento, ed entro mezzanotte diffondere le nuove tabelle di portabilità. La procedura è quasi completata: tra le 6.30 e le 8.30 della mattina del Venerdì verranno applicate tutte le modifiche, la vecchia SIM verrà disattivata e il numero passerà sulla nuova.

Faccio notare che queste due ore saranno le uniche di effettivo disservizio. Fino alle 6.30 del Venerdì, funzionerà perfettamente la vecchia SIM. Dalle 8.30 funzionerà perfettamente la nuova. In mezzo, il numero sarà a tratti irraggiungibile, in base all’operatore di provenienza della chiamata (niente di che, l’ho sperimentato personalmente).

L’AGCOM prevede inoltre che per ogni giorno lavorativo di ritardo nella procedura, se questo ritardo è superiore ai due giorni (ancora, lavorativi), sia corrisposto un determinato indennizzo al cliente. Ma come si calcola questo ritardo? Semplice, seguendo la definizione data dal dizionario, ovvero tempo che intercorre tra il momento entro il quale un certo evento è previsto, e quello in cui effettivamente questo evento avviene. Sbaglia quindi chi vi dice che la pratica deve concludersi in 24 ore, tempo che però l’AGCOM estende fino a 48 per risolvere eventuali problemi tecnici: anche assumendo per vera (l’errata) affermazione secondo la quale una MNP dovesse durare al massimo 24 ore, i due giorni tollerati di ritardo porterebbero la durata massima ammessa per il procedimento ad un totale di 72 ore (3 giorni lavorativi), non di 48.

Prendiamo il caso di Giorgino. Se la portabilità non fosse stata completata entro le 8.30 del Venerdì, saremmo entrati in fascia di ritardo. Il Sabato non si considera, la Domenica è festivo, quindi il primo giorno lavorativo di ritardo sarebbe scattato alle 8.30 del Lunedì successivo. Il secondo dalle 8.30 del Martedì, e da lì saremmo entrati nella fascia che da’ diritto ad un risarcimento. Non esaltatevi: AGCOM impone un importo minimo di 2,5€ per ogni giorno di ritardo, e immagino che gli operatori non desiderino offrire più del minimo imposto. Inoltre, qualcuno mi dice che spesso, in cambio di procedure più svelte offrano cifre addirittura inferiori.

La normativa, come potete verificare, parla di orari e deadlines e non definisce, direttamente, una durata massima totale per questo processo. Faccio qualche calcolo per i frettolosi: le richieste evase più velocemente, calendario alla mano, sono quelle effettuate il Lunedì/Martedì/Mercoledì (in modo da non tirare dentro il weekend nel tempo di attesa), in un orario molto vicino alle 17. Una richiesta inviata alle 16.59 del Lunedì, viene infatti completata alle 8.30 del Mercoledì, per un totale di circa 40 ore (ed è la situazione più veloce immaginabile).

E adesso permettetemi una nota, preventiva, per quelli che “si ok, funziona così, ma che schifo l’Italia”. Signori. Ci sono stati in cui la portabilità si paga, parecchio, e in cui non sono possibili i giochini che fate voi, la famosa “triangolazione” per accedere ad offerte destinate solo ai nuovi clienti del vostro amato operatore. Ci sono paesi in cui la portabilità viene effettuata in tempi talmente brevi (minuti), che il furto del numero di telefono è diventato un problema parecchio incidente.

Non lamentatevi sempre e comunque.

Truffati da BT Italia / Eni / Enel / TeleTu

Truffati da BT Italia / Eni / Enel / TeleTu

Negli ultimi tempi ho preso parte a diverse discussioni in merito e quello che ne è emerso, almeno ai miei occhi, è che sono ben poche le persone a sapere davvero come funzioni questo giro. Proverò io a fare un pò di chiarezza, perchè niente è come credete. Continuate a leggere e capirete.

Parliamo ovviamente di venditori porta a porta e di vendite telefoniche. Parliamo di quei ragazzoni incravattati (e sui colori osceni delle cravatte ci sarebbe da scrivere un articolo a parte, ma lascerò fare a Chiara Ferragni) che vi si presentano al citofono, in ufficio o in negozio con un nuovo vantaggiosissimo contratto integrato di telefonia BT Italia o una nuova fighissima offerta Luce + Gas Eni/Enel, e di quelli che vi telefonano la sera alle 20 mentre siete a cena proponendo di abbandonare Telecom Italia in favore di una rivoluzionaria TeleTu.

La dinamica, a leggere sui forum delle associazioni dei consumatori, è sempre la stessa: il contratto proposto sembra effettivamente vantaggioso, così vantaggioso che lo si firma al volo. Le risposte del commerciale alle domande fatte sono sempre molto rassicuranti. Alla prima fattura, poi, viene alla luce un intero mondo che non era stato descritto dall’agente-truffatore: tariffe “nascoste” di ogni tipo. E sono sempre le stesse anche quelle. Ne riassumo qualcuna:

  • Penali di recesso dal vecchio fornitore. L’agente rassicura: “non ci sono!” o “le deve pagare il nuovo fornitore!”. No, non è così. A parte rarissime eccezioni, in cui comunque questo viene specificato nell’offerta, il nuovo fornitore non si farà carico del pagamento delle vostre penali (che sono, appunto, vostre). Se state recedendo da un contratto firmato da meno di 24/36 mesi, verificate la presenza di penali prima di firmare qualunque tipo di nuova proposta.
  • La famosa Tassa di Concessione Governativa (TCG) per il noleggio di cellulari. Gli agenti spesso se la “dimenticano”. Ricordatevi: è una tassa, quindi c’è sempre. Se state noleggiando un cellulare, c’è, punto. Quello che l’operatore può fare è “scontarla”, ovvero detrarre dal canone mensile un importo pari a quello della tassa da pagare. Tutto questo deve essere specificato nell’offerta, quindi controllate. In una telefonata al 195 di BT Italia, era stato un onesto operatore a dirmi “stia attento alla TCG perchè gli agenti spesso se la dimenticano”.
  • Costi di attivazione o di inizio fornitura. Anche qui, la memoria degli agenti commerciali fa brutti scherzi. Raramente se ne ricordano. E quando se ne ricordano è perchè si sono già dimenticati troppe altre cose e stanno sfiorando la soglia del penale.
  • Canoni scontati, ma solo al raggiungimento di particolari soglie: gli agenti smemorati si dimenticano sempre di dire che per accedere al determinato sconto bisogna spendere determinate cifre in altre voci in fattura. Per esempio: un telefono da scrivania strafigo con rubrica e segreteria integrate, il cui noleggio è gratuito solo se effettuate (e quindi pagate) almeno 24 ore di telefonate nel ciclo di fatturazione. Verificate sempre, non fidatevi mai di questi agenti.

Questi sono solo pochi esempi: i trucchetti usati sono molti, molti altri. Per farvi una cultura, vi rimando per esempio a questo e questo video della bravissima Nadia Toffa de “Le Iene”. Il suo collega Giulio Golia ha invece documentato il risveglio di queste persone, e ha spiegato come inizia la loro giornata, qui. Guardatelo, vi farà piegare: sono ridicoli.

L’unica cosa che posso fare è raccomandarvi la massima attenzione. Difficilmente infatti sarà possibile provare alle autorità o al fornitore il raggiro. Per quanto riguarda quello che l’agente vi ha detto a voce, sarà sempre la sua parola contro la vostra, e lui lo sa. Leggete tutto, e ricordatevi che ad avere valore è solo quello che firmate. Non fidatevi MAI di quello che dicono a voce. Se dicono qualcosa, chiedete di indicarvi il punto nel contratto o nell’offerta in cui è scritta quella cosa. A volte capita che non vi mostrino l’offerta commerciale (che ha valore legale, alla pari del contratto) nel suo completo (vi lasceranno copia solo di alcune pagine, nascondendo quelle a loro scomode). Anche qui, è la vostra parola contro la sua (potrebbe per esempio dire che siete stati voi a perdere le pagine mancanti). Statene pur certi, prima di registrare e inviare il contratto al fornitore, ha aggiunto le parti mancanti. Sorvoliamo poi completamente sui collage che sono stati capaci di fare in passato per le attivazioni telefoniche, dove il “si” di risposta alla domanda “è lei che si occupa della telefonia in questa casa?” veniva tagliato e incollato dopo “conferma di voler attivare il nuovo contratto di fornitura con XXX?”.

Quello che volevo fare con questo articolo, era chiarire un attimo la situazione a quelli che negli ultimi mesi hanno aperto topic del tipo “Truffato da BT Italia” o “Contratto truffa Eni Gas e Luce” o, ancora: “Raggirato da TeleTu”. Perchè c’è un errore. Un errore di fondo. No signori. Non è TeleTu che vi ha truffato. Non è stata Enel e nemmeno BT Italia.

A truffarvi, sono state società terze, agenzie che non fanno altro che comprare dei “pacchetti” dai sopracitati fornitori, a cifre scontate, e rivenderli traendone guadagno, o che prendono determinate percentuali sui contratti che fanno firmare.

Questi venditori raramente si identificano per quello che sono. Si presenteranno come “XXX di Enel”, nascondendo completamente l’appartenenza ad una agenzia terza. Perchè si comportino così, non lo so. Lo stesso succede al telefono: “Salve, sono Marco di TeleTu”. Nossignore. Marco di TeleTu un paio di palle.

Come riconoscerli? Beh, è semplice:

  • Sono quasi sempre totalmente inqualificati. Sono venditori, ma non sanno quello che stanno vendendo. L’ho visto di persona. Ho avuto davanti un “Commerciale BT Italia” (che ovviamente non lavorava direttamente per BT Italia) che, dopo essersi presentato come “ex tecnico, formatosi sul campo”, ha dimostrato di non sapere la differenza tra una linea analogica ed una ISDN. Si, ex tecnico, come no. Si presentano come consulenti, capaci di studiare soluzioni ottimali per voi. No. Il 90% di loro ha il quoziente intellettivo di un lavandino. Non sanno cosa stanno vendendo. Devono venderlo. punto. Venderebbero con lo stesso metodo un contratto di telefonia, un contratto per l’energia elettrica e un contratto per la fornitura di prestazioni sessuali.
  • Fanno di tutto per tenervi lontani dai canali ufficiali della società di cui stanno rivendendo un prodotto. Non ci credete? La prossima volta che vi chiamano da “TeleTu”, provate a dire “okay, ci penso un attimo e richiamo domani al numero che trovo su teletu.it”. Faranno di tutto per fissare un orario in cui richiamarvi e per tenervi lontani da quel numero. Provate a dire al prossimo agente BT che si presenta alla vostra porta “mi lasci l’offerta, nel caso telefono io al numero verde”. No, mai. Tranquilli. Ripassa lui domani.
  • Vi proporranno sicuramente una determinata offerta il giorno prima della scadenza della stessa. Che sfortuna, eh? Quelle offerte durano mesi e mesi e non capita mai che si presentino chessò, quando alla scadenza ne mancano 5. Sempre il giorno prima. Saranno davvero molto indaffarati.

Li avete smascherati? Bene. A questo punto tenteranno di convincervi che non è possibile avere quell’offerta tramite i canali ufficiali. Può venderla solo quell’agenzia. Questo non è praticamente mai vero: l’offerta che vi stanno proponendo potete averla anche tramite i canali diretti dell’azienda da cui state comprando in modo indiretto.

Interessante notare l’attitudine nei confronti delle agenzie di vendita, da parte delle aziende che forniscono i servizi che questi rivendono: Enel, mi riferiscono, ha addirittura un modulo prestampato per richiedere l’annullamento di una richiesta di attivazione effettuata tramite una agenzia, in cui va inserito il codice dell’agente. Altri tendono invece a distaccarsi (“guardi, per noi il contratto è completo e regolare, per qualunque problema contatti l’agenzia con cui l’ha stipulato”). Comportamento non ottimale, lo so, soprattutto se l’azienda ha sottomano una statistica di clienti di quell’agenzia che contestano esattamente le stesse cose, e quindi sa tutto, e sa che non state raccontando palle. Quello che spero, è che internamente si facciano delle statistiche sulla percentuale di clienti che disconosce un contratto firmato con una determinata agenzia, e che se i numeri diventano importanti, si agisca di conseguenza. Questo è quello che mi aspetterei da una azienda seria che viene in un certo senso essa stessa truffata dai suoi canali di vendita: se così non fosse, avrebbe anche lei un ruolo (diretto o meno) nel raggiro, ne sarebbe responsabile, quantomeno per negligenza.

Sia chiaro, io non intendo salvare nessuno a priori. Questo post non è un’arringa difensiva. Non voglio dirvi che se siete senza linea telefonica dopo aver firmato un contratto con TeleTu, questa non c’entri niente. Ritengo però sia importante, fondamentale, far si che tutti conoscano la differenza tra un commerciale Eni/TeleTu/Enel/BT Italia, che lavora per la società stessa, e un agente venditore che lavora per terzi, così da sapere chi vi ha fatto firmare il contratto, chi vi ha effettivamente truffati. Il primo, probabilmente, sarà un vero e proprio consulente. Il secondo, come già detto poco fa, un venditore. Un venditore e basta, il cui lavoro è vendere, vendere qualunque cosa. Tant’è che, pur lasciando sempre i recapiti e numeri di telefono, dopo la firma del contratto spariscono. E cambiano numero di telefono molto spesso.

Qualche agente serio, va detto, c’è. Sono pochi, molto pochi, ma anche ce ne fosse solo uno su diecimila meriterebbe di essere menzionato in questo articolo. Esistono venditori onesti, che passano le notti a studiarsi i clienti e a studiare soluzioni ottimali per le loro necessità, che riescono a vendere senza utilizzare trucchetti. Per poi magari esser penalizzati dall’agenzia per cui lavorano: niente vacanza premio perchè qualcuno, truffando, ha fatto meglio di loro. Niente batteria di pentole in regalo perchè un loro collega truffando vedove novantenni ha firmato 50 contratti in un mese, uno più di loro.

La conclusione è: fate attenzione. Se possibile, comprate sempre e solo tramite i canali di vendita ufficiali. Le offerte sono le stesse. Parlerete con persone più preparate e tutto avverrà in modo regolare. Non esiste motivo di affidarsi a terzi. Credetemi. Se vi si presenta davanti un agente commerciale di qualche tipo, fatevi lasciare i fogli dell’offerta, leggeteli con calma, e poi invece che richiamare lui contattate direttamente l’azienda da cui state comprando, così probabilmente emergeranno gli aspetti che l’agente vi aveva nascosto.

Fine prima parte. Ringrazio i due agenti pentiti, di due note agenzie (dotate anche di call center), una di Milano e una di Vicenza, che si sono confessati con me e mi hanno permesso di scrivere un articolo le cui affermazioni fossero verificate da entrambi i punti di vista. Sto cercando di contattare almeno altri 2/3 “pentiti”, per mettere insieme una specie di intervista (anonima, se necessario), che metta in luce il loro pensiero e spieghi i loro metodi: se siete disponibili, contattatemi.

State sintonizzati.

Giornate storiche. Che qualcuno vorrebbe dimenticare.

Giornate storiche. Che qualcuno vorrebbe dimenticare.

“There cannot be mental atrophy in any person who continues to observe, to remember what he observes, and to seek answers for his unceasing hows and whys about things.” – A. Bell

Fermatevi un secondo. Chiudete gli occhi. Mettetevi per un attimo nei panni di Joel Stanley Engel. Corre l’anno 1973, siete a capo dei Bell Laboratories. Immaginate. Nel curriculum vantate parecchi successi, tra i quali la collaborazione alla progettazione dei sistemi di guida della navicella Apollo.

Sono passati quasi cento anni dalla prima telefonata della storia (era il 1876 quando Alexander Graham Bell disse al suo assistente le prime parole attraverso un telefono: “Mr. Watson — Come here — I want to see you.”) e vi state occupando di un colossale progetto: costruire un telefono senza fili, per liberarlo da quel cavo che lo rende così “statico”, così fisso, così poco pratico.

Non esistono ancora nemmeno i cordless, ma voi puntate molto più in alto, volete diventi possibile raggiungere qualunque persona, in ogni angolo di ogni città. Volete dare la possibilità di telefonare da qualunque punto della casa, dalla strada, da ogni luogo pubblico, usando un dispositivo personale: intendete rivoluzionare il concetto di telefonia, volete un numero di telefono che non identifichi più un luogo specifico, ma che si riferisca ad una persona. Una persona, ovunque essa sia.

Sono più di 130 anni che è possibile comunicare a lunga distanza, prima con il telegrafo e poi con il telefono, ma il limite è ancora quello: serve un cavo. I due terminali devono essere “fisicamente” collegati. Non esiste mobilità. Il compito è complesso, le sfide sono tante, troppe. I precedenti tentativi, come il telefono veicolare, non hanno avuto il successo sperato. Manca la tecnologia per costruire un terminale leggero, manca una rete a cui appoggiarsi, ma l’interesse è grande, gli investimenti effettuati sono importanti, e l’attenzione dei media è massima.

3 Aprile, un giorno come un altro. Vi svegliate e andate in ufficio per svolgere le vostre ordinarie mansioni. In un remoto angolino della vostra testa state pensando a quella conferenza che il vostro principale concorrente, Motorola, ha indetto per quello stesso giorno all’Hotel Hilton di New York, per presentare chissà quale nuova scoperta. “Sarà solo un altro piccolo passo in avanti”, pensate.

Poi vi squilla il telefono. Rispondete. Una voce: “Hi, Joel, it’s Marty, Marty Cooper. You remember me.”. Si, si, ve lo ricordate, capite subito chi stia parlando: è quel Marty Cooper che, alle dipendenze di John Mitchell, sta lavorando per Motorola ad un progetto simile a quello a cui dedicate le vostre giornate. La voce, poi, continua: “And I’m calling you from a cell phone, but a real cell phone, a personal, hand-held portable cell phone.”. Il cuore vi va a mille. Non riuscite più a parlare.

(Marty Cooper, nel 2007, con il prototipo DynaTAC originale. credits)

La persona dall’altro lato si ricorderà quel vostro silenzio per tutta la vita.

Non era uno scherzo. In quel 3 Aprile 1973, da una strada di Manhattan, tra gli occhi increduli dei passanti, Marty Cooper ha effettuato la prima telefonata della storia da un terminale mobile. Ha chiamato il suo concorrente, Joel Engel, per fargli sapere che aveva perso la sfida: non era riuscito ad arrivare primo.

La strada era ancora molto lunga e tortuosa. Quella telefonata era partita da un prototipo DynaTAC (Dynamic Adaptive Total Area Coverage): pesava 1200 grammi, era lungo 25 centimetri e la sua batteria gli garantiva un’autonomia, in telefonata, di 20 minuti. Dopo i quali doveva stare sotto carica per 10 ore. Cooper ribadì più volte scherzosamente che l’autonomia non era un problema, perchè quel telefono era così scomodo che nessuno avrebbe potuto tenerlo in mano per più di 20 minuti.

Ci vollero altri 10 anni per perfezionare la tecnologia e superare i vincoli normativi, ma nel 1983 vennero messi in commercio i primi telefoni cellulari. Era iniziata quella corsa che continua ancora oggi. Da quel momento, l’innovazione è stata continua, sempre più veloce.

Il resto della storia, lo conoscete.