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Volunia, capitolo 7823: qualche aggiornamento

Volunia, capitolo 7823: qualche aggiornamento

Punto primo: il popolo di internet ha mostrato un fortissimo interesse per il mio articolo Volunia for Geeks, che è girato come mai prima su Twitter e sui social network. E’ stato il mio articolo più letto di sempre, e pare la parte più importante sia stata quella legata a WordPress.

Qualcuno l’ha compresa, altri, immancabilmente, l’hanno fraintesa, per cui sento la necessità quantomeno di spiegare. Sono abbastanza sicuro che sia il mio articolo che ha iniziato a far parlare di WordPress in Volunia, considerato che è il primo in ordine temporale.

Comunque: non era mia intenzione sostenere che Volunia fosse basato su WordPress (ma non l’ho sostenuto: il mio testo originale è lì, potete leggerlo), anche perchè è ovvio a tutti che WordPress venga usato solo dalla sezione News. Il punto era totalmente diverso: chiedevo come mai si lasciasse così aperta al pubblico una pagina che può potenzialmente creare problemi.

Problemi che vanno dal bruteforce sulla password di admin, alle potenziali vulnerabilità dell’applicativo, che grazie a quella pagina è facilmente identificabile. Ma non solo: dig dig dig e si scopre che si tratta degli stessi server a cui ci si connette per la chat a lato pagina. Un potenziale bug di WordPress potrebbe quindi creare effetti catastrofici.

Punto due: avevo notato che l’indice di Volunia era abbastanza statico, poi avevo aggiornato il post annunciando che il numero di risultati nelle ricerche di prova era tornato a crescere. Ma qui c’è il grafico aggiornato:

Risultato? Siamo nuovamente fermi. Voluniabot ha visitato ieri nel primo pomeriggio il mio blog, ma ancora non appare nei risultati di ricerca. Non vorrei che questo motore di ricerca soffra fin dalla nascita di problemi con cui Google ha combattuto (e che ha risolto).

94.32.111.22 - - [15/Feb/2012:15:21:27 +0100] "GET /2011/12/un-tema-come-si-deve-finalmente/ HTTP/1.0" 200 32022 "-" "Mozilla/5.0 (compatible; Voluniabot/1.0; spider@volunia.com)"

Terzo: noto che il team sta spingendo verso l’utilizzo del plugin di Volunia (disponibile per Explorer, Firefox e Chrome), probabilmente per ovviare ai vari problemi dati dall’iframe, quali siti non visualizzabili o semplicemente la chat laterale, che resta “fissata” alla prima pagina aperta durante la ricerca e non “segue” l’utente durante la navigazione nel sito web. Che stia cambiando la natura stessa di Volunia, da “portale” ad applicazione?

Quarto ed ultimo: è il più importante. Fin dal primo momento ho riportato via feedback tutti i problemi che ho notato, da problemi di visualizzazione, alla chat che non seguiva l’utente, fino alla schermata di login di WordPress aperta al mondo intero. Noto però che i miei feedback con screenshot inviati circa 7 giorni fa non sono stati ancora letti.

Questo è problemativo, perchè si presume che in una fase “beta ad accesso programmato” in cui si tiene d’occhio il numero di utenti, si dia l’accesso a nuove persone non solo in base al carico dei server ma anche al carico di lavoro per lo staff, in modo che questo possa seguirli tutti. Mi chiedo se 7 giorni per leggere un feedback siano normali, mi chiedo quanto sia utile perdere tempo a riportare tutto.

Giorgio

Volunia: Round 1

Volunia: Round 1

Esatto. Sono da poco stato “promosso” Power User di Volunia. Un (velocissimo) post con le mie prime impressioni per dare seguito a quello “alla cieca” di due giorni fa.

Ecco come si presenta l’homepage (click sull’immagine per vederla in grande):

Prima cosa che salta all’occhio di questa pagina? C’è gente che non sa la differenza tra Italiano ed Inglese. Perchè commentano in italiano nella versione in inglese. Io lo trovo fastidioso, mi ricordano i commenti in 18 lingue diverse delle fan 13enni ai post di Justin Bieber su Facebook. Proporrei, in questi casi, il ban prima dal sito, poi da internet (disattivazione ADSL) e, nel caso, dal Pianeta Terra.

Si nota già qualche problema con la mia risoluzione, ma sorvoliamo anche su questo perchè non sono un webdesigner (e ne vado fiero).

Dopo aver letto l’altro ieri l’articolo di Luca Conti (Pandemia.info) non mi meraviglio del fatto che cercando “Giorgio Bonfiglio” il primo risultato sia questo e il secondo risultato sia una pagina sul sito www.bonfiglioli.com che parla di Giorgio Napolitano.

Facendo la stessa ricerca su Google, per esempio, il primo risultato è il mio profilo Linkedin. Scartando il secondo ed il quinto che sono account Twitter e Facebook di miei omonimi, il terzo, il quarto, il sesto, il settimo e l’ottavo, sono, in ordine, i miei account Twitter e Facebook, il mio .tel, il mio profilo Google+ e questo blog.

Cerco il negozio di mia mamma. Si chiama “Cose di Carta”, ed ha sede a Nerviano (MI). Si, il nome lo rende abbastanza problematico per i motori di rierca, ma Yahoo, Google e addirittura Bing se la cavano alla grande. E poi, in fondo, il sito che voglio trovare è www.cosedicarta.com. Niente. Il primo risultato è www.di.fm. Secondo risultato, www.cose.org. Bandiera bianca.

La questione è anche “controversa”: in diverse interviste prima del lancio, Marchiori ha dichiarato chiaramente che il motore di ricerca semantico non fosse pronto, e fosse in programma per i prossimi mesi. Ma, dopo il lancio, nelle pagine Facebook ufficiali di Volunia (e nella stessa lettera di “Benvenuto” ai Power Users) il team ha iniziato a spiegare che l’indice web è “ridotto” per testare la struttura, e che la percentuale di internet indicizzata crescerà rapidamente. Un cambio di rotta? Che si siano accorti di quello che facevo notare nel mio primo post, ovvero che senza un indice completo non si andava proprio da nessuna parte?

Questo è stato il mio primo impatto con Volunia. Non il massimo, direi. Sconfortato dall’esperienza di ricerca, decido di dedicarmi al completamento del mio profilo. La pagina di gestione del profilo è carina, ordinata, divisa in tab, molto semplice.

Un solo problema: la grafica. La dimensione del testo, e quel tremendo bianco su blu elettrico, fanno davvero male agli occhi. Ho dovuto fare una pausa perchè proprio non ce la facevo.

E qui finisce il primo round.

L’idea per i prossimi giorni è quella di capirne un pò meglio il funzionamento, fare qualche test di velocità e capire quanto sia alla fine esteso questo indice. Se possibile, farmi qualche idea sulla struttura e su come è organizzato il sistema.

Giorgio

Ah, una piccola nota: non sono più abituato a battere invio dopo aver inserito le key di ricerca nel motore.

We speak IPv6!

We speak IPv6!

Inutile ricordare quanto sia importante la diffusione, immediata, di IPv6. Un modo per non restare indietro, per restare al passo con il mondo di internet che corre veloce (e, cresce). Un modo per evitare gli scenari apocalittici da esaurimento di indirizzi v4, un modo per non tornare al paleolitico: alle connessioni lente, ai siti irraggiungibili.

Quindi, da oggi (da qualche giorno in realtà, ma ero in fase di testing) grg.pw è raggiungibile anche in IPv6:

;; ANSWER SECTION:
grg.pw.        37216   IN      CNAME   tmp6.grg-web.eu.
tmp6.grg-web.eu.        17348   IN      A       205.185.117.144

;; ANSWER SECTION:
grg.pw.        37176   IN      CNAME   tmp6.grg-web.eu.
tmp6.grg-web.eu.        17308   IN      AAAA    2607:f358:1:fed5:5:0:484:1

Il supporto IPv6 è offerto nativamente da BuyVM (di cui avevo già parlato qui), provider presso il quale è ospitata la VPS su cui gira questo sito (credo passerò a qualcosa di più serio nei prossimi mesi, appena ne trovo il tempo, quasi sicuramente Linode).

Probabilmente, se volete connettervi al mio sito usando questo protocollo, dovete creare un tunnel “6in4” (hey, è gratis!). Ora come ora non ho guide pronte (potrei pensare di scriverne una), per cui vi rimando a GoGo6, ottima risorsa per chi decidesse di avvicinarsi a questo mondo (e anche per chi fosse costretto a farlo).

Ho testato tutto in tutti i modi possibili immaginabili (in dual stack è facile lasciare indietro qualcosa e non accorgersi degli errori), ma qualche svista può sempre esserci. Vi prego, nel caso in cui riscontraste errori o notaste qualcosa che non va, di contattarmi (rispondo sempre!). Al momento in cui scrivo manca il reverse DNS per l’indirizzo IPv6 (hmm, potrebbe esser problematico l’invio di email) e il setup DNS è ancora provvisorio (ho creato record temporanei per un veloce rollback in caso di problemi).

Anche Postfix (usato solo per le email in uscita dal blog, attualmente) è stato configurato per privilegiare le connessioni IPv6 rispetto alle v4. Molti sconsigliano questa pratica a causa dei problemi di connettività, io però ho voluto provare, pre rendermi conto. Terrò sotto stretto controllo i log. Fortunatamente, il traffico è minimo.

Il prossimo passo sarà rendere anche le mie mailbox (grg-web.eu e altri) compatibili con IPv6, ma questo è già più complesso, e non dipende completamente da me (le mailbox sono ospitate da Directi per ragioni di affidabilità e stabilità, e allo stato attuale delle cose non ci sono le premesse per tornare su una soluzione in-house). Stesso dicasi per i NameServer di grg-web.eu. Sono gestiti da Directi, e non accettano connessioni IPv6.

Una piccola nota: ieri pomeriggio mi sono messo alla ricerca di fornitori di webhosting con supporto IPv6, per pura curiosità, con risultati abbastanza imprevisti: i grandi, tra i quali Aruba, non sembrano conoscere minimamente questa nuova tecnologia. OVH offre supporto IPv6 solo sul “fronte” web (HTTP).

L’unico provider ad offrire supporto IPv6 (quasi) completo è, con immenso stupore (chi era cliente nel periodo di passaggio da PHP4 a PHP5 sa di cosa parlo) Tophost: oltre al lato web, rispondono in AAAA anche gli MX e i servizi SMTP e IMAP/POP. Il pannello di controllo, così come il sito aziendale, rimangono v4-only. Ho provveduto, considerata l’offerta in homepage, a comprare il dominio+hosting goingv6.eu. Anche se non so ancora cosa farci.

Se le politiche interne non sono cambiate da quando sono sparito io, uno dei prossimi ad arrivare nel mondo delle 4 “a” dovrebbe essere la mia amata Supernova SRL.

Vi aggiorno.

Giorgio

Volunia: un nuovo modo di cercare?

Volunia: un nuovo modo di cercare?

 

 

Oggi alle 12.00 ho guardato incuriosito la sua presentazione in diretta (chi non ce l’avesse fatta, può recuperarla qui, vale la pena dedicare un’ora di tempo alla sua visione). Volunia, insomma. Tutti oggi ne parlano, e io (ovviamente) sento il dovere di aggiungermi al coro. Preparatevi: sarà un lungo (interessante!) articolo/commento.

Premesso che, come al solito, non intendo dilungarmi con la parte informativa (per quella vi rimando all’articolo di Wired) spiego brevemente di cosa stiamo parlando. Volunia è un nuovo motore di ricerca, annunciato qualche mese fa come un qualcosa di innovativo, un motore che, a detta dei suoi creatori, avrebbe cambiato le nostre abitudini e il nostro stesso modo di concepire la ricerca online: questo video di presentazione dovrebbe rendere l’idea.

A dare credibilità al progetto il suo fondatore, il professor Massimo Marchiori dell’Università di Padova, ideatore della “HyperSearch“, che qualche tempo fa spiegava in questo video il suo nuovo progetto. HyperSearch, ovvero l’idea di “valutare” la pertinenza delle pagine considerando anche le relazioni tra queste, è riconosciuta come uno dei punti di partenza di Google e del suo algoritmo PageRank. Forse, se c’è una persona al mondo capace di rivoluzionare la ricerca online che conosciamo oggi, è proprio la persona che l’ha concepita.

Pochi i dettagli resi pubblici prima della presentazione di oggi (data di lancio della versione Beta su invito): solo un articolo sul Sole 24 Ore, questa domenica, aveva dato qualche (ristretta) anteprima.

Forte l’impronta italiana sul progetto: Volunia è un motore concepito da un italiano, a cui hanno lavorato e lavorano studenti ed ex studenti dell’Università di Padova, finanziato da un imprenditore italiano (Mariano Pireddu). I server su cui si basa il tutto, sono forniti dalla emiliana E4 Computer Engineering SPA e collocati presso il DC di Tiscali (in Sardegna). Una cosa che dovrebbe stupire in modo negativo, in un periodo in cui la tendenza è quella ad abbattere le distanze ed i confini fisici, ma che dovrebbe anche servire da spunto di riflessione a chi ormai non fa che parlare dell’Italia in modo pessimistico. Questo dimostra che se hai le capacità, le idee, i contatti, anche in Italia puoi trovare i finanziamenti.

Volunia in poche parole? Si tratta di WWW sociale, all’ennesima potenza. Il motore di ricerca non aiuta più solo nel trovare una determinata pagina, una risposta ad una domanda, ma ci informa anche sulle persone che la stanno visitando, ci aiuta nella ricerca considerando gli interessi delle persone a noi simili (i nostri “Amici”). Aggiunge insomma, ai contenuti le persone. Tra le altre cose,  offre la possibilità di cercare tra specifici tipi di contenuti nei siti web: con un click è possibile vedere tutti i contenuti multimediali di un determinato sito, tutti i documenti, e così via. Sempre corredati dell’informazione aggiuntiva: le persone che stanno visualizzando quegli “oggetti”, e quelle che li hanno visitati.

Devo confessare che la mia prima impressione non è stata molto positiva, ho pensato che non era niente di nuovo, niente che non avessi già visto: Google SideWiki mi permetteva di “commentare” le pagine web e di leggere cosa dicevano gli altri utenti come me, i vari box “I Like” / Google+ evidenziavano eventuali persone interessate agli stessi contenuti, e con un minimo di skills avrei potuto raggiungere gli stessi risultati della ricerca “per tipo di contenuto” con Google. L’idea di mappare un sito web come fosse una città, era un progetto (fallito, ovviamente), di Yahoo, 15 anni fa. E così via.

Poi però mi sono “svegliato”. Mi sono reso conto della novità, ho scoperto dove sta questa rivoluzione. Intendo, è tutto insieme: tutto in un unico strumento, in una unica finestra. Sono state aggregate decine di funzionalità sociali già presenti in rete, incentrandole sulla ricerca e sulla navigazione. L’ho detto io stesso poco fa: Volunia = SideWiki + I Like (Facebook) + Ricerca Avanzata (Google). Si, ma: un tool, uno strumento al posto di tre (e sarebbero molti di più, quei tre comprendono solo le funzionalità principali di Volunia).

Oggi inizia ufficialmente la fase Beta, e io sono più curioso che mai, più interessato di prima ad accedervi, ma mi rimane qualche perplessità, che elenco, servissero mai come “spunto” di discussione o riflessione:

  • Punto primo: si sente parlare continuamente dei “supercomputer” su cui si basa il sistema. Mi chiedo, terrorizzato: è un termine “fico” per la stampa e i giornalisti, un termine usato per semplificare le cose o davvero stiamo tornando a pensare a modelli di scalabilità verticale, forse più falliti delle mappe 3D di Yahoo?
  • Secondo: un progetto italiano, ho detto. Si, ok, ma siamo sicuri che, in vista di un lancio mondiale del motore, sia sensato avere tutti i server in Sardegna da Tiscali, sia in termini di latenza che di ridondanza?
  • Terzo: Google, come ricordato da Marchiori stesso nella presentazione, è un colosso. Un gigante, capace di schiacciare chiunque. Chi garantisce che non siano capaci di prendere quanto di buono c’è in Volunia, aggiungerlo a loro idee, a loro progetti e a quanto hanno già, al fine di lanciare un servizio simile in tempo zero?
  • Quarto, e ultimo punto: Marchiori stesso fa notare che attualmente Volunia non permette di effettuare ricerche nel web intero, ma solo in alcuni siti “importanti”. Non rischiamo che questo stronchi il progetto sul nascere? Nel senso: chi userebbe un motore di ricerca sapendo che non saranno inclusi tutti i risultati possibili? Non si corre il rischio, così facendo, di far crollare l’interesse verso il prodotto? Utenti (meglio: potenziali utenti) che non usano il servizio non perchè non interessati alle sue features, ma semplicemente perchè non permette, allo stato attuale, di avere una visione d’insieme del web.

Avevo qualche invito per beta aspiranti tester (“Power Users”) disponibile, ma li ho finiti. Potete comunque richiederne uno qui. Faccio notare che la fase beta, a quanto dicono, è solo un test “di carico” della struttura e pare non durerà più di tanto (1/2 settimane).

Leggo parecchi pareri contrari in rete, scritti da persone a cui è bastata la presentazione per perdere l’interesse in Volunia. Vorrei invitare ad analizzare le cose in modo più approfondito, a provare il prodotto, e, solo in seguito, ad esprimere pareri. Marchiori parlava di un cambio di prospettiva, e, a mio parere, proprio il fatto che ci troviamo davanti a persone che non comprendo l’utilità di un simile motore e a persone disorientate, è la migliore e più forte prova che questo cambio di prospettiva c’è stato davvero. Voleva lanciare qualcosa di davvero nuovo, e lo sta facendo.

E’ difficile prevedere quello che succederà nelle prossime settimane o mesi. Fermiamoci e assistiamo, attentamente.

Vi lascio, che è tardi. Posterò qualche aggiornamento/screenshot non appena (e, se) avrò accesso alla Beta.

Giorgio

Nota – Il logo l’ho preso da qui, non so bene con che licenza (è materiale per la stampa, che si possa usare più o meno liberamente?): spero nessuno mi uccida per questo, volevo solo fare un pò di pubblicità.

Il 2012 mi ha portato un Chromebook!

Il 2012 mi ha portato un Chromebook!

Innanzitutto, Buon 2012 a tutti voi. Come ogni anno mi sono riproposto di iniziare a scrivere un pò più spesso, anche perchè pur essendo un pò socialmente morto (lo so, è dovuto alla mia scelta di moderare i commenti e al fatto che spesso quando vengono fatte domande più o meno dirette rispondo via mail in privato) il blog è ben indicizzato, specialmente su alcune keyword. Spero sia la volta buona.

Ma torniamo al motivo per cui ho deciso di scrivere: ho comprato un Chromebook (il Samsung Serie 5 Wifi + 3G), che mi è stato consegnato in mattinata. Sapevo bene cosa stavo comprando, ma devo dire che ne sono rimasto (positivamente) impressionato, ed è per questo che ne sto già partorendo una bozza di recensione.

Non andrò molto in dettaglio sulle caratteristiche tecniche poichè sono già elencate perfettamente nelle pagine che ho linkato qui sopra. Per descrivere brevemente il Chromebook a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare, possiamo dire che “fisicamente” è un normale portatile di medie dimensioni (12 pollici di schermo), la cui rivoluzione sta nel software: Google Chrome OS. In altre parole, un PC il cui unico programma installato è Google Chrome. Tutto il resto, tutte le applicazioni, sono online: Google Docs al posto di Microsoft Word, webmail varie al posto che il vostro client di posta preferito, e così via.

Si tratta di un modo diverso di lavorare, molto “cloud”, a cui io mi ero già avvicinato da tempo (ho da anni abolito OpenOffice o Office, in favore di Google Docs e così via -l’unica applicazione che forse continuo ad usare è Thunderbird, ma posso permettermelo grazie a IMAP-). Chi mi legge spesso lo sa, sono terrorizzato dalle perdite di dati (ma così terrorizzato che morirei se non avessi copie delle mie ultime ore di lavoro sparse per tutto il mondo), e il sapere che il mio lavoro viene istantaneamente salvato online, mi rassicura. Per questo non è stato più di tanto difficile muovermi.

In questa pagina sono indicate le varie modalità con cui è possibile comprarlo. Il mio costa circa 400€, mentre la versione solo Wifi costa circa 300€.

Viene pubblicizzato principalmente per: sicurezza, velocità, e durata della batteria. Il lato “sicurezza” è puramente teorico, e difficile da spiegare in modo semplice. Sostanzialmente, tutti i dati salvati sono cifrati. Tutto, ogni cosa. Al primo sospetto di manomissione, il sistema torna in automatico ad uno stato sicuro e cancella tutti i dati personali che contiene (seppur cifrati: può permetterselo, in quanto tutto è salvato online).

Gli altri due termini, dovrebbero invece essere più o meno familiari a tutti.

Iniziamo con la velocità. Seriamente, io non credevo fosse vero, ma ho dovuto ammetterlo dopo aver stressato installato riempito e riavviato mille volte questo ‘coso’: si avvia in 7/8 secondi e si “sveglia” (dallo standby) in meno di 2. Non si fa in tempo ad aprire lo schermo che lui è già lì, che chiede la password. Trovo anche incredibile la fluidità con cui si aprano le pagine web, le animazioni e video in flash e così via. Ero stato abituato ben diversamente, dagli altri netbook.

Veniamo invece alla durata della batteria, che è il motivo principale per cui l’ho comprato. La durata ufficiale dichiarata, sotto un normale utilizzo, è di 8 ore, ma molti utenti in rete riportano addirittura record di 12/13 ore. E sto verificando anche questo: l’ho tirato fuori dalla scatola e risultava carico al 90%, oggi alle 12, indicando 8 ore e qualche minuto di energia disponibile. Adesso sono le 18.30, sono passate 6 ore e 30 minuti da quando l’ho acceso, e la batteria è al 61%. Carica disponibile: 5 ore. Potete solo immaginare quanto “anormale” sia l’utilizzo che ne sto facendo essendo così poco che l’ho ricevuto: ho una 20ina di schede aperte, Youtube che va a tutto volume da quando l’ho acceso, e stress test vari.

Questo mi porta addirittura a pensare che quando smetterò di testarlo e inizierò ad usarlo seriamente, con la mia decina di schede aperte, raggiungerò altri e ben più alti numeri.

Svantaggi? Per ora non ne vedo. Certo, bisogna sapere cosa si sta comprando, perchè non è un PC utilizzabile per giocare, scaricare cose o per modificare video, convertire files multimediali e così via, ma passato questo ostacolo, non si riescono a trovare lati negativi.

Un fatto fastidioso per ora è che il tasto di spegnimento è esattamente nella stessa posizione del tasto Canc del mio Dell Studio. Fortunatamente, la semplice pressione veloce del tasto non ha conseguenze.

Due cose interessanti, non pubblicizzate (almeno, io che ho fatto estese ricerche prima di comprarlo, non me ne ero accorto). Primo: non esiste il tasto Bloc Maiusc, sostituito da un più comodo tasto che apre una nuova scheda e punta il cursore nella Omnibox (la barra in cui si digitano l’indirizzo o i termini da ricercare). Solo ora mi sono accorto di quanto raramente usassi quel tasto. Secondo: non esiste nemmeno il tasto Canc (c’è solo il backspace). E su questo devo investigare.

Che dire: vi aggiornerò.

Giorgio

EDIT – Ho appena realizzato: la batteria è interna, quindi spero non si blocchi mai. Se dovesse, rimarrei senza pc per mesi (se dura 12 ore in utilizzo non oso immaginare quante ore di autonomia abbia in stato di freeze).